Comunali 2020: IL TEATRO DELL’ASSURDO
Lo scenario politico che attualmente disegna le linee delle amministrative che si terranno nell’unica città metropolitana italiana chiamata al voto il 20-21 settembre 2020 - Reggio Calabria - è definito dai due candidati sindaco espressione degli schieramenti tradizionali del centrodestra (ancora in cerca di un nome in grado di coagulare attorno al suo asse le diverse anime che lo compongono) e del centrosinistra (con il sindaco uscente Giuseppe Falcomatà a capo di una variegata congrega di sei liste civiche alle quali si aggiungeranno, forse, altrettante liste politiche), da numerosi candidati sindaco espressione di movimenti civici, più o meno puri (Klaus Davi, massmediologo di fama nazionale; Giuseppe Liotta, paladino della nascita della regione dello stretto; Maria Laura Tortorella del Laboratorio Politico Patto Civico, a propulsione moderata; Saverio Pazzano, espressione del movimento progressista di sinistra La Strada; Fabio Putortì, portacolori del gruppo MITI Unione del Sud e fervente sostenitore del rilancio dell’aeroporto dello stretto; Andrea Cuzzocrea, vertice di un gruppo di imprenditori alcuni dei quali afferenti alla locale Confindustria; Vincenzo Vacalabre, avanguardia di un gruppo di destra), da alcuni cittadini non ancora scesi ufficialmente in campo (Angela Marcianò, Giuseppe Bombino, Edoardo Lamberti-Castronuovo) e dal MoVimento 5 Stelle (con candidato sindaco Fabio Foti) che si presenta come unica forza politica non partitica di governo, post-ideologica e trasversale.
In siffatto, variegato, panorama, nel quale le diverse tessere del complicato e segmentato mosaico faticano ad incastrarsi, sia per motivi di diversificazione delle numerose correnti politiche che per l’evidenziazione di profili egocentrici ed incapaci di qualsivoglia forma di aggregazione spontanea, solamente il Movimento 5 Stelle reggino, convinto assertore del principio che solamente creando un polo civico trasversale in grado di essere rappresentato da un candidato sindaco di sintesi (scelto tra le figure già scese in campo oppure selezionato ex novo) si abbia la possibilità di essere percentualmente competitivi nella corsa a Palazzo San Giorgio, ha da tempo cercato di intavolare con i diversi attori civici articolate interlocuzioni.
Ma questo logico (almeno per il Movimento 5 Stelle) percorso, in grado di offrire alla maggioranza dei reggini che fanno fatica ad identificarsi nel bipartitismo destra-sinistra solo apparentamene alternativo una chance percentualmente rilevante di vittoria, non è stato compreso affatto nella sua essenza strategica da non pochi rappresentanti del civismo locale, neanche davanti alla proposta di rinuncia del proprio candidato Fabio Foti nel caso l’ambizioso progetto si fosse concretizzato a favore del bene della nostra collettività.
I veti incrociati, in un illogico gioco al massacro frutto di miopia politica e visione prospettica limitata, rischiano adesso di compromettere per un altro lustro il riscatto economico, sociale e morale di una collettività ammorbata dalla incapacità delle attuali classi dirigenti politiche partitiche e permeata in molti dei suoi gangli dal fenomeno ‘ndranghetistico.
Rischiano, appunto. Perché il Movimento 5 Stelle, con i suoi cittadini reggini prestati alla politica che lavorano ogni giorno perseguendo il solo obiettivo di fare vivere meglio altri cittadini reggini, definirà in questi giorni un possibile (anzi probabile) percorso politico autonomo con il proprio candidato sindaco Fabio Foti, una lista di 24 candidati consiglieri ed un dettagliato programma in 10 punti. Per trasformare - finalmente - Reggio Calabria in una città semplicemente... normale.
MoVimento 5 Stelle Reggio Calabria